Il collaudo statico serve a verificare la qualità nei lavori di ristrutturazione o di nuove costruzioni. È importante per la sicurezza e la stabilità di un edificio. Ecco come si svolge.
Il certificato di collaudo statico è come una radiografia nascosta, capace di mostrare la reale sicurezza e qualità strutturale di un edificio. Questo documento, obbligatorio per le nuove costruzioni o in caso di ristrutturazioni, attesta che l’immobile rispetti le normative vigenti e sia un tetto stabile, duraturo e sicuro per tante famiglie italiane. Oggi è un documento fondamentale quando avvengono calamità o cedimenti, poiché gran parte del patrimonio immobiliare si estende su un territorio dall’equilibrio naturale fragile. È chiaro che questo certificato debba essere rilasciato solo dopo un’attenta e complessa valutazione. Cerchiamo di capire in quali fasi e modalità avviene.
A cosa serve il collaudo?
Il collaudo statico di un immobile è una procedura tecnica che ha i seguenti obiettivi:
- verificare la solidità e la stabilità strutturale di un edificio;
- garantire che l’opera, una volta costruita, sia conforme ai progetti approvati e alle normative vigenti in materia di sicurezza;
- mettere alla prova la tenuta di un edificio, affinché sia in grado di sostenere i carichi previsti, sia statici che dinamici, senza cedere o presentare problematiche.
In altre parole, questo controllo rappresenta un passaggio obbligatorio prima che l’edificio possa essere dichiarato idoneo all’uso abitativo, in modo da prevenire situazioni di rischio per le persone e per l’ambiente circostante. Ma in quali fasi avviene questo processo?
In che cosa consiste il collaudo statico?
La parola “collaudo” è un termine ingegneristico applicato in vari ambiti, compreso quello dell’edilizia civile. Il termine stesso indica l’importanza della procedura, infatti deriva da un latinismo ancora oggi utilizzato, ossia “cum-laude” (con approvazione). Un edificio sottoposto a collaudo deve essere appunto “approvato” sotto il profilo della resistenza strutturale, prima di essere consegnato al pubblico.
Nel dettaglio, il collaudo statico prevede una serie di verifiche che riguardano i seguenti aspetti:
- l’analisi dei materiali utilizzati nella costruzione;
- la valutazione delle tecniche costruttive impiegate;
- il confronto con i calcoli strutturali progettuali per garantire la conformità con le norme;
- l’esecuzione di prove pratiche per testare il comportamento della struttura sotto carico.
Quali prove si effettuano in un collaudo statico?
Il collaudo statico si compone di diverse fasi, ciascuna delle quali è pensata per valutare un aspetto specifico della stabilità dell’edificio. Ecco le principali prove che vengono effettuate:
- Ispezione visiva: la prima fase consiste in un’ispezione accurata dell’edificio. Il collaudatore controlla lo stato delle strutture portanti, le fondazioni, i pilastri e tutte le parti essenziali dell’edificio;
- Analisi dei materiali: a questo punto si verifica la qualità dei materiali utilizzati, come calcestruzzo, acciaio e legno, attraverso test che valutano la resistenza e la durabilità nel tempo;
- Prove di carico: in questa fase, vengono applicati carichi controllati alle strutture per verificare la loro capacità di sostenere i pesi per cui sono state progettate. I carichi possono essere simulati con sacchi di sabbia o con strumentazioni apposite;
- Confronto con i calcoli progettuali: si esamina il progetto dell’edificio e si confrontano i calcoli strutturali con le effettive caratteristiche dell’edificio per accertarsi che tutto sia stato eseguito correttamente;
- Verifica della sicurezza sismica: viene controllato se l’edificio è stato progettato e realizzato per resistere a eventi sismici, secondo le normative vigenti nelle zone a rischio sismico.
Chi fa il collaudo statico?
Il collaudo statico viene effettuato da una figura professionale specializzata, nota come collaudatore statico. È una figura chiave, poiché deve corrispondere al seguente profilo:
- essere un tecnico, ingegnere o architetto iscritto all’albo professionale;
- avere una comprovata esperienza nel campo, con competenze specifiche in materia di costruzioni e normativa strutturale;
- essere esterno e indipendente rispetto al processo costruttivo, per garantire l’imparzialità delle verifiche;
- essere nominato dal committente dell’opera o dalla pubblica amministrazione in caso di lavori pubblici.
Al termine del processo, il collaudatore rilascia il certificato di collaudo statico, ossia la conferma ufficiale che l’edificio può essere utilizzato o abitato in sicurezza.